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3.4.4 Ridurre l’input grazie a variabili e funzioni
Finora hai visto questo tipo di cose:
hornNotes = \relative { c''4 b dis c }
\score {
{
\hornNotes
}
}
Potresti anche esserti accorto che questo può essere utile nella musica minimalista:
fragmentA = \relative { a'4 a8. b16 }
fragmentB = \relative { a'8. gis16 ees4 }
violin = \new Staff {
\fragmentA \fragmentA |
\fragmentB \fragmentA |
}
\score {
{
\violin
}
}
Tuttavia, puoi usare queste variabili (note anche come macro, o comandi definiti dall’utente) anche per le modifiche manuali:
dolce = \markup { \italic \bold dolce }
centreText = { \once \override TextScript.self-alignment-X = #CENTER }
fthenp =_\markup {
\dynamic f \italic \small { 2nd } \hspace #0.1 \dynamic p
}
violin = \relative {
\repeat volta 2 {
c''4._\dolce b8 a8 g a b |
\centreText
c4.^"hi there!" d8 e f g d |
c4.\fthenp b8 c4 c-. |
}
}
\score {
{
\violin
}
}
Chiaramente queste variabili sono utili per ridurre la quantità di testo da scrivere. Ma vale la pena tenerle in considerazione anche se le usi una volta sola – perché riducono la complessità. Vediamo l’esempio precedente senza alcuna variabile. È molto difficile da leggere, soprattutto l’ultima linea.
violin = \relative {
\repeat volta 2 {
c''4._\markup { \italic \bold dolce } b8 a8 g a b |
\once \override TextScript.self-alignment-X = #CENTER
c4.^"hi there!" d8 e' f g d |
c,4.\markup {
\dynamic f \italic \small { 2nd } \hspace #0.1 \dynamic p
}
b8 c4 c-. |
}
}
Ricordi i ‘post-eventi’? Articolazioni, diteggiature, qualsiasi cosa che deve essere aggiunta dopo una nota (vedi Struttura dell’inserimento note), spesso preceduta da un trattino o da un modificatore della direzione. In realtà anche questi eventi possono essere salvati in una variabile – e in questo caso non c’è bisogno delle abituali parentesi graffe, dato che non si usano tra una nota e le sue articolazioni.
Se tale definizione comprende un prefisso, allora la variabile può essere usata subito dopo la nota – a meno che non si voglia cambiare la direzione, nel qual caso si può inserire un modificatore che avrà la precedenza:
articulationVar = -^-!
artEsprVar = \articulationVar ^\espressivo
\relative c' {
c\articulationVar d e2^\articulationVar
d2\artEsprVar c_\artEsprVar
}
Finora abbiamo visto la sostituzione statica – quando LilyPond
vede \centreText, lo sostituisce con quel che noi abbiamo
definito che sia (ovvero tutto ciò che sta a destra di
centreText=).
LilyPond può gestire anche la sostituzione non statica (la puoi immaginare come una funzione).
padText =
#(define-music-function
(padding)
(number?)
#{
\once \override TextScript.padding = #padding
#})
\relative {
c'''4^"piu mosso" b a b |
\padText #1.8
c4^"piu mosso" d e f |
\padText #2.6
c4^"piu mosso" fis a g |
}
L’uso di variabili è anche un buon modo per ridurre il lavoro quando
la sintassi di input di LilyPond cambia (vedi
Aggiornare i file con convert-ly). Se si ha un’unica
definizione (come \dolce) per tutti i file di input
(vedi Fogli di stile), allora se la sintassi cambia bisogna
aggiornare soltanto la singola definizione \dolce,
invece di dover modificare tutti i file ‘.ly’.
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